EPARCHIA

Cenni storici

Il 26 Ottobre 1937 con la Costituzione Apostolica Sedis, la Santa Sede erigeva l’Eparchia di Piana dei Greci (successivamente degli Albanesi) che comprendeva tutti i fedeli, il clero, le parrocchie dei comuni di Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Mezzoiuso, Palazzo Adriano e i fedeli che risiedevano a Palermo e facevano capo alla parrocchia concattedrale di S. Nicolò dei Greci alla Martorana. Il primo Eparca, come Amministratore Apostolico, fu l’allora arcivescovo di Palermo S. Em. Luigi Lavitrano e, consacrato vescovo nella stessa data dell’erezione dell’Eparchia, Mons. Giuseppe Perniciaro vescovo ausiliare. Nel 1960 Papa S. Giovanni XXIII con la Bolla Orientalis Ecclesiae affida alla Eparchia di Piana i fedeli, il clero e le parrocchie di rito romano presenti nei territori dei cinque comuni arbëreshë. E nel 1967 Roma nomina vescovo residenziale Mons. Giuseppe Perniciaro.
L’Eparchia, assieme alle altre due circoscrizioni orientali cattoliche di Lungro e Grottaferrata, nel 1940 e nel 2005 ha celebrato due Sinodi.
Sin dai primi anni del secolo scorso, ancor prima della sua erezione, la vocazione ecumenica dell'Eparchia ha rivolto le sue forze alla diffusione della conoscenza dell’Oriente ortodosso fondando l’Associazione Cattolica per l’Oriente Cristiano (ACIOC) aprendo sedi nelle principali città italiane, celebrando ogni anno la Settimana per l’Oriente Cristiano e agli inizi del 1960 fondando la rivista “Oriente Cristiano”, ancora in pubblicazione. Non meno importante lo sforzo di far conoscere la Chiesa Cattolica agli Orientali coinvolgendo la Chiesa di Sicilia a scambi di visite tra le rispettive gerarchie di Grecia e di Sicilia. 

Il seminario

Il seminario greco-siculo-albanese fu fondato a Palermo nel 1742 dal P. Giorgio Guzzetta (1682-1756) per la formazione dei giovani arbëreshë di Sicilia candidati al presbiterato di rito greco. Esso rimase aperto fino alla Seconda Guerra Mondiale quando subi dei ddanni a seguito di bombardamento. Nel Dopoguerra, a Piana degli Albanesi, sui ruderi di un ex-convento agostiniano (inizi XVII) accanto alla Chiesa di S. Nicola da Tolentino, fu costruita la nuova sede del Seminario: un corpo a 4 piani a forma di ferro di cavallo. Parte di esso fino ad oggi è destinata a sede del Vescovo e della Curia eparchiale. Il Seminario è rimasto aperto fino al 2011, accogliendo tantissimi fanciulli dai 10 ai 14 anni sempre provenienti dai 5 paesi formanti l’Eparchia.   

Biblioteca del Seminario

Con il trasferimento della sede del Seminario, anche il patrimonio dei beni mobili fu trasferito a Piana degli Albanesi. Anche la Biblioteca, l’Archivio e le Icone del XVII-XVIII secc. ebbero stessa sorte. La biblioteca attualmente è dotata di circa 18.000 volumi il cui nucleo principale è dato dal fondo dell’ex- Seminario di Palermo. Altri fondi librari provengono dalle Chiese di Piana (specialmete dalla Chiesa di S. Demetrio), dall’ex- Casa di S. Filippo Neri (“Ritiri”), dall’antico Ospedale, dal Convento dei Capuccini di Piana degli Albanesi (“Patret”) e dagli “ex-libris” di sacerdoti e privati. Infine, dal fondo moderno dell’Episcopio. La biblioteca contiene qualche incunabolo, delle ciquecentine e una diecina di manoscritti greci. Ha una buona collezione di testi antichi della classicità greca e latina,; un cospicuo fondo di testi liturgici e teologici greci.

 

L'Archivio

L'Archivio del Seminario è composto di tre fondi:
Il Seminario: Documenti riguardanti la gestione della casa, gli alunni, le attività di formazione, attività culturali, relazioni con l’esterno, attività dei vescovi ordinanti e dei superiori dalla sua fondazione a Palermo ai giorni nostri. Circa 70 faldoni.
La Curia dalla erezione dell’Eparchia ad oggi.
La Chiesa di S. Demetrio Megalomartire: Negli anni 90 del secolo scorso una buona parte dell’archivio s. Demterio fu inserito nell’Archivio del Seminario. Fondi: Chiese S. Demetrio M., S. Giorgio M., M. SS. Odigitria, Madonna del Rosario, SS. Annunziata; Ospedale di Piana; Atti dei legati del Comune di Piana, atti civili e criminali. Il fondo comprende documenti che vanno dal XVI sec. al XX sec. Circa 60 Faldoni.
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